Nella seconda metà dl Cinquecento, la torre era ancora quale Napo Torriani l’aveva costruita nel 1272, in paramento di mattoni, più o meno rovinata nella parte superiore dalle cannonate tirate dai francesi dal Castello nel 1513.
Era una costruzione snella e dritta con piccole e rare finestrelle che illuminavano una scala posta entro l’anima, non decorate ma chiuse solo da un archetto a tutto sesto di mattoni, ed aveva per coronamento una piattaforma un po sporgente che sorreggeva le campate, protetta da una loggia di legno sormontata da un tetto a piramide.
L’accesso alla scala era dalla piazza ed all’altezza della fascia di cornice dl portico nuovo vi era l’orologio collocatovi la prima volta nel 1411 dall’ingegnere del duomo, Filippino da Modena. Era stato rifatto più volte, prima nel 1568 con due campane e poi nel 1598. Risulta infatti che il 4 febbraio 1599 Battista Gorla maestro da muro fece dei fori nella muraglia della torre per mettervi l’orologio nuovo e vi ha aperto nuove finestre. Lorenzo Mosca ha rifatto il tetto del campanile aggiungendovi nel centro una colonna. Si pensò poi a sistemare la tore che con le linee povere e rigide stonava con l’eleganza dello stile del Seregni. Il progetto del Seregni porta un grand arco nel centro della torre in corrispondenza degli altri lati del portico: esso doveva prima servire da ingresso, poi doveva formare una cornice alla statua di Filippo II.
Più su era collocata la cella campanaria sormontata da una cupola che con le sue linee di architettura religiosa doveva richiamare l’esistenza della sottostante cappella sacra. Ma con la morte del Seregni nel 1594, la torre subì ulteriori varianti al suo primitivo disegno. I lavori della torre furono completati nel 1601.