CASA DEL PODESTA’

CASA DEL PODESTA’

A cura di Germana Formenti e Rolando Pizzoli
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Dettaglio da Filippo Neaymiller, stampa, 1840 circa, particolare, Civica raccolta delle stampe Achille Bertarelli

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La fondazione

…. All’indomani della costruzione del Palazzo della Ragione si provvide a costruire, nel 1251, e su iniziativa del podestà Giovanni Enrico da Ripa, anche la sede dell’istituzione podestarile. La costruzione venne avviata proprio sul sito dell’antico Monastero del Lentasio, probabilmente configurandosi più che come una demolizione, come un rimaneggiamento degli edifici preesistenti (nella seconda metà del XVIII secolo Serviliano Lattuada accenna ancora ad antiche porzioni del Monastero inglobate all’interno dello stabile). La costruzione subì un ampliamento nel 1325, a opera del podestà Beccaro Beccaria, estendendosi fino al di sopra del Portico della Ferrata.

….L’edificio non era solo la sede del Podestà come istituto di governo, ma fungeva anche da residenza della più alta istituzione della Milano comunale (l’ala adibita a residenza quella destra dell’edificio, osservandolo dalla piazza, verso il portico della Ferrata) e ospitava inoltre le prigioni civiche (situate nell’ala sinistra, verso l’attuale Palazzo dei Giureconsulti.

….Per secoli l’edificio, certamente più modesto come architettura e volume fronteggiò il Palazzo della Ragione, ma solo nel 1568 venne unito direttamente a esso da un piccolo cavalcavia che consentiva l’accesso diretto al grande salone della Corte di Giustizia al primo piano.

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Dettaglio della Casa del Podestà tratto da una stampa del XVIII secolo, Civica raccolta delle stampe Achille Bertarelli

…. Al piano terra l’antica Gabella del Sale e il lato settentrionale della piazza (il futuro Palazzo dei Giureconsulti) erano separati dall’edificio dalla Porta di Pescheria Vecchia, mentre la Porta dei Profumieri, centrale al lato orientale della piazza dei Mercanti suddivideva la parte “pubblica” da quella “privata” dell’edificio podestarile. Si sa che nel 1597 al piano terra si insediò il Banco di Sant’Ambrogio.

….Si hanno vaghe notizie sulla cappella privata del podestà. Già nel 1454 esisteva un piccolo ambiente sacro, posto al piano terra vicino allo scalone di accesso al piano superiore, sul lato destro (dalla piazza) della Porta dei Profumieri. Doveva essere nel suo complesso un ambente architettonicamente semplice, impreziosito da arredi: si sa della fornitura, nel 1633, per i nuovi vetri dell’ambiente e di quella dei nuovi arredi sacri nel 1678.

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Il declino

….La Casa del Podestà cominciò ad andare incontro alla decadenza a partire dalla prima metà del XVII secolo; forse per l’inadeguatezza data dall’organizzazione medievale dei suoi spazi, nel 1738-1740 il Podestà si trasferisce nel largo La Foppa (piazzetta retrostante all’edificio e comunicante con la piazza del Duomo), la Casa del Podestà subisce delle trasformazioni interne e diversi suoi ambienti diventano botteghe. Dal 1771 anche il ballatoio comunicante con Palazzo della Ragione viene demolito assieme allo scalone da cui si accedeva, e nel 1786 anche le carceri vengono soppresse, divenendo, l’anno successivo, la biblioteca dei Giureconsulti.

…. L’edificio si avviò pertanto a ospitare un coacervo di funzioni totalmente diverse da quelle per cui era stato concepito. Addirittura nel 1797 parte di esso venne venduta dalla Repubblica Cisalpina a Gaetano de Magistris. Solo nove anni dopo l’edificio ritornò a ospitare un’istituzione pubblica, dal momento che il 26 aprile 1806 la Camera di commercio lo riacquistò per alloggiarvi la sua sede.

…. Le cronache dell’epoca riportano che era un edificio dimesso e vetusto, mai modificato radicalmente dalla sua distribuzione medievale, con delle finestre su piazza dei Mercanti demarcate da cornici scure su intonaco liscio, in stucco, unica pretesa decorativa dell’austera costruzione. Fu forse a causa di questa inadeguatezza e di una contestuale cronica mancanza di manutenzione, unita alle trasformazioni urbanistiche dell’area, a partire dalla seconda metà del XIX secolo, a rendere appetibile l’edificio per la speculazione edilizia.

….Venne infatti demolito integralmente nel 1867, per lasciare posto ai Palazzi Bianchi e Rosa, e con la sua demolizione anche il Broletto perse la sua conformazione chiusa che aveva mantenuto per circa sei secoli.